“Un figlio gay? Mi spiacerebbe. Una persona come me, eterosessuale, vuole che il figlio gli somigli. È come se venisse milanista”. La metafora calcistica del presidente del Senato Ignazio La Russa piomba, tutt’altro che sportiva, sulla comunità Lgbtqi+.
“La seconda carica dello Stato quando ragiona e comunica dovrebbe considerare che nessuno di noi è artefice del proprio orientamento e della identità sessuale: ognuno è quello che è, maschi, femmine, etero, gay – spiega Fiorenzo Gimelli, presidente nazionale dell’Agedo, ovvero di quell’associazione che riunisce i genitori di persone omosessuali.