Il nuovo studio di Altroconsumo conferma che sciare nella stagione invernale 2022/23 costa di più. A incidere sulla settimana bianca c’è il prezzo dello skipass, secondo le rilevazioni effettuate in 29 stazioni sciistiche aumentato in media del 9,2% per quanto riguarda il giornaliero e dell’8,7% se ci riferiamo al settimanale. A spingere i prezzi del ticket di accesso agli impianti sono soprattutto i costi energetici, che in alcune piccole skiarea (come la Panarotta, in Trentino) hanno spinto le società a tenere addirittura fermi i caroselli nel timore di ricadute irreversibili sui bilanci. Una situazione che per ora non pare influire sulle prenotazioni alberghiere, almeno in Trentino, come confermano Gianni Battaiola, presidente dell’Asat, e Tullio Serafini, presidente dell’Azienda di promozione turistica di Madonna di Campiglio: a spingere il mercato soprattutto il ritorno degli stranieri dopo due anni di restrizioni legate al Covid.
Il record, non invidiabile, di aumento del giornaliero spetta alle stazioni lombarde, nel comprensorio dell’Àdamello, con una crescita del 16%, da 50 a 58 euro, mentre Livigno e Bormio seguono a ruota rispettivamente con il 13,5 e il 13%. Aumenti a due cifre anche in Veneto, con un aumento medio del giornaliero che si assesta sul 10,7%.
Il Trentino Alto Adige si conferma la regione più cara d’Italia se si parla di sci. Per divertirsi sulle piste del comprensorio Superski Dolomiti servono 74 euro per il giornaliero contro i 67 euro dello scorso anno. Sempre sulle Dolomiti lo stagionale più caro in Italia: 950 euro contro i 930 della stagione passata. Si arriva a 1.286 euro in Valle d’Aosta, ma per lo stagionale che consente di sconfinare anche in Francia. Aumento più contenuto a Madonna di Campiglio dove lo skipass per un giorno è passato da 64 a 69 euro. Stessa cifra è stata registrata in Alto Adige, nelle aree di Plan de Corones, Alta Pusteria, val Gardena.
Non è così ovunque. Ci sono località turistiche che hanno congelato i prezzi degli skipass: ad esempio Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia, o Champorcher, in Valle d’Aosta. Qui le tariffe sono rimaste invariate. In una delle 29 stazioni prese in esame, in un caso è stato addirittura registrato un calo dello skipass giornaliero: si tratta del comprensorio Monterosa, dove il ticket è passato da 60 a 58 euro, con un calo del 3,3%.
Se parliamo di costi medi, secondo Altroconsumo per sciare servono 160 euro a famiglia al giorno, con un picco di 270 se ci si deve accollare anche la spesa per affitto o acquisto delle attrezzature.
Complessivamente a risentirne saranno anche i costi delle settimane bianche, visto che i rincari energetici peseranno su tutta la filiera. Secondo i rilievi di Assoutenti gli aumenti medi saranno dal 15 al 18%, con una esa pro capite da 1.400 a 1.600 euro. La regina delle località più care? Livigno, dove per una settimana bianca si può pagare fino a 15.500 euro. A testa.
Eppure gli aumenti sino ad oggi non hanno influito sulle prenotazioni alberghiere. Le due settimane a cavallo di San Silvestro hanno fatto registrare un sostanziale sold out nelle regioni alpine e le previsioni che vanno fino al 10 marzo – spiega Battaiola – parlano di un tasso di occupazione dei posti letto vicino al 60%: “Chiaro, i conti li faremo a fine stagione ma i numeri ci stanno riportando all’epoca pre Covid, grazie soprattutto agli stranieri, che stanno tornando dopo due anni di restrizioni”.
Parallelamente il mercato italiano incrementato negli ultimi due anni si è in parte fidelizzato. Se parliamo di prezzi, aumentati a causa soprattutto dei costi energetici, Battaiola fatica a parlare di possibili revisioni verso il basso legate al costo del gas: “Oggi i prezzi fissi non esistono più, le tariffe cambiano ogni giorno”. Ragionamenti ripresi in gran parte da Serafini, presidente Apt di Campiglio: “La crescita dei prezzi sino ad oggi non ha inciso sulle prenotazioni alberghiere, che anzi stanno tornando ai livelli pre Covid. Se poi parliamo di skipass, è vero che c’è stato un aumento, ma è altrettanto vero che grazie alle tariffe variabili che abbiamo introdotto due anni fa con le prenotazioni anticipate si può risparmiare una cifra doppia rispetto agli incrementi”. Tariffa variabile che non può essere applicata ai ticket giornaliero che di fatto “punisce” il turismo mordi e fuggi.