di Marco Gasperetti
Secondo la perizia il 38enne «presenta un disturbo post traumatico da stress per gli episodi subiti dal padre e in una comunità a cui era stato affidato»
FIRENZE – Come una maledizione, l’oscura vicenda di violenze sessuali e soprusi di ogni genere sui minori della comunità del Forteto, scrive un altro capitolo. E stavolta il protagonista è una vittima, allora bambino di 11 anni, che per quelle torture morali, corporali e psicologiche è diventato lui stesso un aguzzino nei confronti della moglie. Una personalità devastata, non punibile perché, secondo una perizia psichiatrica accettata dal giudice, le molestie e le minacce che quest’uomo, oggi trentenne subì, furono provocate proprio «dalla comunità del Forteto alla quale fu affidato all’età di 11 anni» e quelle torture lo indussero anni dopo a comportamenti violenti.
La perizia
Dunque, assoluzione piena, perché ciò che aveva commesso da adulto erano i frutti avvelenati di anni di sopraffazioni, violenze sessuali, che per vent’anni (dall’agosto del 1996 sino al 2016) dovette subire da bambino, da adolescente e da adulto. Nelle perizie psichiatriche recepite nella sentenza di assoluzione, si fa riferimento a un «disturbo post traumatico da stress cronico ritardato connesso al vissuto infantile». E si spiega che «le innumerevoli e ancora sanguinanti ferite inflitte non troveranno mai sutura».
La sentenza
La sentenza è di due mesi fa ma soltanto adesso, dopo un’ennesima assoluzione per un reato minore (sempre per incapacità di intendere e di volere), è diventata di dominio pubblico. Un caso raro e soprattutto il primo in assoluto nella storia della vicenda di una comunità, quella appunto del Forteto, considerata un esempio pedagogico e glorificata sino a quando le verità delle vittime non arrivarono ad aprire un vaso di Pandora di nefandezze.
Il «Profeta» del Forteto
Alla guida del Forteto c’era il «Profeta», al secolo Rodolfo Fiesoli, il fondatore, beatificato come educatore esemplare e al quale per trent’anni (nonostante una condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo) erano stati affidati minori in difficoltà. È stato condannato dopo quattro processi, due commissioni d’inchiesta regionali e una parlamentare, a 14 anni e dieci mesi di carcere insieme ad altri complici, ma probabilmente c’è ancora molto da raccontare su quegli episodi e quest’ultima decisione giudiziaria potrebbe aprire nuovi scenari. Anche perché il deputato di Fratelli d’Italia e vice presidente del Copasir, il fiorentino Giovanni Donzelli, ha presentato la richiesta per l’istituzione di una nuova commissione d’inchiesta parlamentare. Perché come ha spiegato l’avvocato Giovanni Marchese, difensore dell’uomo assolto, è la prima volta che una perizia certifica un danno permanente a una vittima del Forteto.
Le vittime
E le vittime pare siano state moltissime e forse alcune di loro pronte a presentare nuove denunce. In una delle relazioni delle commissioni d’inchiesta regionali si parlò di abusi sessuali, «praticati e professati per liberare i ragazzi dal male». Umilianti «chiarimenti»: di fatto, una pubblica confessione durante la quale la vittima di turno, minorenne, veniva esposta a una sorta di «stupro psicologico» (viene ricordato il caso di un ragazzo costretto a mangiare a quattro zampe da una ciotola, neanche fosse un cane). Lavaggi del cervello talmente intensivi da sfociare nel plagio. E poi punizioni corporali, come quella di essere rinchiusi per ore nella cella frigorifera. «Il sesso permeava l’esistenza della comunità, i minori divenivano prede e ciò avveniva, non solo con il consenso collettivo, ma anche con quello dei genitori affidatari presenti in comunità».
18 dicembre 2022 (modifica il 18 dicembre 2022 | 14:33)
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