Redazione 03 gennaio 2023 18:57
Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota stampa del Siulp Fvg
“Oramai la luce sulla Rotta Balcanica è stata accesa, grazie alla lungimiranza dei mass media che si sono focalizzati su questa landa desolata e sola. Grazie all’attenzione data, tutti gli attori istituzionali e non iniziano a comprendere che ciò che il Sindacato andava denunciando da anni, con puntuali note è oggettivamente vero. Dal confine nord orientale del Friuli Venezia Giulia passa quella “sporca umanità” che nessuno ha mai voluto vedere, nascosta nel solco del motto “lontano dagli occhi lontano dal cuore”. Un cuore enorme però in questi anni l’ha messo chi si è caricato sulle spalle il fardello di portare un po’ di sollievo a queste Persone dimenticate da tutti. Non solo le meritorie associazioni senza fini di lucro che si occupano dei piedi massacrati dei migranti, ma anche i Poliziotti che per anni oltre ai doppi turni, eterne reperibilità, riposi saltati, ferie rimandate, doppi incarichi, si sono accollati altresì i costi di panini, bibite, pannolini e quanto serviva nella perenne emergenza ad alleviare per poco la sofferenza dipinta sui volti di chi lasciava il proprio paese per il miraggio di una vita migliore in italia.
Ora più che mai però il SIULP FVG deve continuare a battere la gran cassa finalizzando gli sforzi affinché anche il decisore politico traduca queste lagnanze in atti concreti perché noi siamo Sindacato e lagnarsi è il nostro core business; Il decisore politico invece è colui il quale, incarnata la veste di delegato dal popolo, deve dare risposte concrete e non limitarsi a replicare ciò che il Sindacato va predicando da anni. Sono due settimane che la mappa di Frontex ha scompigliato le carte, ponendo la questione “rotta balcanica” sul tappeto e sono settimane che tutti replicano i medesimi dati che il SIULP FVG ha indicato con la consueta oggettività. Nel periodo gennaio-maggio la rotta più trafficata è stata quella dei Balcani con un incremento del 167% di ingressi. Adesso è il momento di agire concretamente perché questa regione non diventi un immenso campo profughi a cielo aperto.
È il momento di agire per dare quella dignità alla convenzione di Ginevra ed ai richiedenti asilo; è il momento di agire per impedire che la situazione sfugga di mano e si creino inutili tensioni sociali, perché l’accoglienza non può lasciare il Friuli Venezia Giulia con il cerino in mano rispetto all’Europa; è il momento di agire per dimostrare che quando lo Stato vuole può; è il momento di far di conto e dare la stessa dignità a questa regione rispetto alle risorse messe in campo dove approdano le navi delle ONG. È il momento di comprendere che qui si sta consumando il più grave esodo degli ultimi decenni e che se non siamo in grado di fermarlo (come sono persuaso) dobbiamo almeno iniettare una significativa dose di risorse umane, logistiche e di mezzi.
Prima che il Friuli Venezia Giulia si trasformi nella città della gioia, chi ha i cordoni della borsa deve aprirli senza aspettare Godot. La politica deve porre in essere i correttivi necessari per dare dignità a queste persone, ai consociati ed a chi per ufficio è chiamato in prima linea ad affrontare l’emergenza. Una volta accolte, le persone dovranno necessariamente essere trasferite in luoghi in cui sia possibile un integrazione confrontando le capacità di ricezione dei luoghi”