Dopo il porto di Gioia Tauro alla Rise Above per sbarcare 27 migranti, ora quello di Livorno alla Sea eye 4 per portare a terra 63 persone. Il Viminale fa le prove generali delle nuove regole attorno alle quali ruoterà il codice di condotta per le Ong che il governo si appresta a varare con un provvedimento normativo che prevede anche multe, sequestri e confische per le navi che non si atterranno alle disposizioni.
Dunque porto in Italia sì ma solo alle navi che lo chiederanno immediatamente dopo il primo soccorso, senza attendere di farne altri. Così è stato dato il porto ieri alla Rise Above e oggi alla Sea eye. Porti il più lontano possibile, è la strategia non dichiarata ma evidente del Viminale, per fare da deterrente costringendo le navi a costi elevatissimi per il carburante e a rimanere a lungo lontano dalla zona di ricerca e soccorso per portare a terra poche decine di migranti e non centinaia come accade invece quando le navi fanno soccorsi multipli e chiedono il porto di sbarco dopo diversi giorni.
Inoltre, il nuovo codice di condotta prevederebbe per i soccorritori l’obbligo di chiedere immediatamente, alle persone portate in salvo a bordo, la manifestazione d’interesse sull’eventuale domanda di protezione internazionale, affinché sia il Paese di bandiera della nave a farsi carico dell’accoglimento del migrante dopo lo sbarco.