di F. Q. | 3 Gennaio 2023
Termina con un’assoluzione e un proscioglimento il processo nato da una delle tante indagini sulle forniture pubbliche di dispositivi di protezione durante la prima ondata di Covid: quella aperta dopo una denuncia di Aria spa, la centrale acquisti di Regione Lombardia, che il 28 febbraio 2020 si era detta truffata dall’intermediaria italosvizzera Vivendo Pharma su una consegna di due milioni di mascherine non onorata (sempre secondo Aria) entro le pattuite 24 ore, nonostante il pagamento anticipato di 7,2 milioni di euro. A giudizio per frode in pubbliche forniture erano finiti Alessandra Moglia e Fabio Rosati, rispettivamente amministratori di Vivendo e della società fornitrice, Fitolux pro srl. E i 7,2 milioni frutto della presunta truffa erano stati sequestrati dai pm.
Ora però, come riporta il Corriere della Sera, il gip milanese Guido Salvini ha prosciolto Rosati e assolto Moglia, per la quale la Procura chiedeva la condanna a un anno e otto mesi di carcere. Nella sentenza si legge che Aria, lungi dall’essere vittima di una truffa, ha tenuto un comportamento “del tutto disordinato“, ritenendo “concluso un contratto che non lo era“, effettuando “frettolosamente il bonifico” e poi presentando precipitosamente la segnalazione alla Procura, la quale l’ha “inutilmente sposata” sequestrando “una somma di cui era già stata disposta da Fitolux la restituzione“. E la “gran fretta di fare subito il pagamento”, secondo il gup, derivava dal fatto che nella “conferenza stampa quotidiana la Regione Lombardia intendeva comunicare di aver potuto procurarsi le mascherine anche più velocemente della Protezione civile“.
“Prendiamo atto oggi che il giudice si è pronunciato per l’assoluzione dell’operatore economico sul versante penale. Ci preme sottolineare che in un momento particolarmente difficile e caotico per il Paese, Aria spa ha sempre agito con il fine di acquisire velocemente i beni necessari alla gestione dell’emergenza, tutelando nel contempo le risorse pubbliche, scopo che, nello specifico caso, è stato raggiunto”, fa sapere la centrale acquisti regionale in un comunicato. “Una vicenda che lascia allibiti”, la definisce Pierfrancesco Majorino, candidato di centrosinistra e M5s alla presidenza della Lombardia, che attacca il governatore uscente Attilio Fontana: “Ora i giudici hanno stabilito la verità processuale. Quella politica è che Fontana non può di nuovo essere a capo della Regione. Una vicenda come questa non lascia adito a dubbi”.
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