19.12.2022 – 11:00 – La stagione invernale 2022-2023 non è ancora iniziata ma dopo un autunno particolarmente mite nel quale l’Italia ha potuto risparmiare milioni di metri cubi di gas metano, ora le temperature si sono abbassate notevolmente su due terzi dei territori dello Stivale. Per tanto, gli italiani hanno ripreso, seppur con parsimonia, a riaprire i termosifoni. L’allarme annunciato a fine estate circa la scarsa quantità di metano stoccata nelle riserve dei vari paesi europei sembrerebbe ormai essere rientrato; tuttavia, il gas messo da parte per far fronte all’imminente stagione fredda basterà solo per coprire i consumi di quest’anno; di conseguenza le istituzioni sono già a lavoro per comprendere il da farsi per i prossimi anni e capire quali soluzioni adottare se dovesse esserci un prolungamento del conflitto russo-ucraino e delle relative sanzioni alla Federazione Russia. Attualmente, l’Unione Europea è ancora piuttosto divisa in merito al cosiddetto “Price Cap” (tetto al prezzo del gas) da applicare al metano russo. La Commissione UE ha riferito di non avere alcuna proposta sul tavolo e che la decisione finale spetterà al Consiglio.
Il ministro italiano dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato che ci aspettano mesi difficili sul fronte dell’energia. Nel 2023 reperire le risorse in vista dei mesi freddi sarà più difficile a causa delle ridotte forniture russe e dei possibili effetti legati all’eventuale price cap europeo. Una situazione che ha spinto il ministro a proporre al Consiglio dei Ministri un price cap nazionale sulle fonti rinnovabili. Attualmente il nostro Paese possiede oltre 16 miliardi di metri cubi di gas metano e, se confrontiamo i dati del corrente periodo con quelli dello stesso periodo dello scorso anno, abbiamo consumato circa 1,3 miliardi di mq in meno (3,9 / 5,3). Con i 16 miliardi attualmente a disposizione, l’Italia dovrebbe quindi riuscire a coprire agevolmente i consumi invernali senza tuttavia intaccare la base dello stoccaggio strategico, una riserva di ulteriori 4,5 miliardi di metri cubi.
Ad ogni modo, seppur i numeri esprimano una cauta fiducia nel breve periodo, l’incubo del razionamento del gas metano continua ad aleggiare sulla penisola italiana e non solo. Il razionamento, con la possibilità di riscaldare le nostre case solo in determinati giorni e precise fasce orarie è ancora uno scenario possibile. Tale accorgimento andrà ad incidere in particolar modo su aziende, stabilimenti produttivi, enti pubblici e condomini. Se ciò non dovesse bastare, verrà poi ampliato anche alle utenze domestiche. Inoltre, va precisato che gli italiani non esauriranno le riserve di gas metano stoccato soltanto utilizzando le caldaie ed i fornelli ma anche utilizzando l’energia elettrica visto che il sistema di generazione elettrica del nostro Paese dipende per il 50% dal gas. Infine, a questo ulteriore problema se ne aggiungerà un altro ossia che quanto la gran parte del gas stoccato sarà esaurito, il restante non potrà essere utilizzato in quanto sotto una certa pressione dei depositi, diventa difficile prelevarlo ed immetterlo nella rete. In altre parole, la quantità effettiva di gas va sin da ora considerata inferiore rispetto ai livelli attualmente indicati dai sistemi. Nel frattempo, Stati Uniti, Qatar e Norvegia stanno bussando alle nostre porte per promuovere le esportazioni del loro metano e stringere accordi in materia con il nuovo Governo.