Le RSA corrono ai ripari e cercano di invogliare il personale infermieristico e socio-sanitario a restare o a tornare a lavorare nelle residenze socio assistenziali. Basteranno 200 euro in più al mese?
L’avviso di ricerca di personale infermieristico, ausiliario e socio assistenziale per la casa di riposo “Bongioni-Lambertenghi” di Villa di Tirano è stato pubblicato lunedì, ma nessuno a ieri aveva ancora risposto.
“Ho indicato sull’avviso il mio numero di cellulare personale – spiega Sebastiano Caniglia, presidente della Rsa che ospita 75 anziani – proprio perché volevo gestire direttamente la cosa, tanta è l’urgenza. Però la sua è la prima chiamata che ricevo. E al momento non arrivata nessuna candidatura, nemmeno via mai”.
Alla Rsa servono due figure infermieristiche e almeno due fra ausiliari socio assistenziali ed operatori socio sanitari.
“Avevo scritto al sindaco per rappresentargli la situazione difficile in cui ci troviamo e lui mi ha invitato a stendere una nota da diffondere sui social proprio come avevo fatto lo scorso anno quando non riuscivamo a trovare un cuoco. Che, invece, via Facebook, in un attimo, avevamo trovato: mi erano arrivate tre candidature, mentre questa volta niente, tutto tace” – aggiunge Caniglia.
Ciò rappresenta un problema per la struttura che, a fine anno, ha registrato l’abbandono di due infermiere passate ad Asst Valtellina e Alto Lario.
“Sapevo che erano ben piazzate in graduatoria e infatti sono andate in Asst dove hanno un trattamento economico migliore. Per bloccare il drenaggio di queste figure abbiamo riunito subito il cda e abbiamo deciso di introdurre un’indennità in busta paga di 365 euro lordi al mese (netti sono 200, nda) tutti i mesi, tredicesima e quattordicesima comprese. Così abbiamo bloccato la fuga delle infermiere, perché alcune già determinate a lasciare hanno fatto due conti ed hanno preferito restare, ringraziandoci. E una gratificazione dovremo prevederla anche per Oss e Asa, altrimenti saremo punto e capo” – chiosa Caniglia.
Già altre Rsa in provincia di Sondrio hanno dovuto fare a meno dell’apporto infermieristico in notturna, prevedendo solo la reperibilità, ma per Caniglia questo tipo di gestione resta contorta: “alcuni inseriscono turni composti da una Oss e un’Asa, ma nessuna delle due può fare una puntura o può somministrare un farmaco. Devono sempre devono chiamare l’infermiera reperibile, la quale a sua volta deve chiamare il medico. Insomma, una cosa complicata cui vorremmo ovviare”.
Caniglia punta, a completare l’organico con due nuove infermiere e una rosa di operatori socio sanitarie e ausiliari, ma la faccenda si sta facendo spessa.
“Noi teniamo moltissimo alla qualità del servizio ai nostri ospiti e teniamo ai nostri collaboratori, perché sono una grande risorsa e ci hanno supportato in tutto durante la pandemia. Abbiamo avuto 23 dipendenti col Covid e tutti gli altri si sono sobbarcati anche il loro carico di lavoro. Non sono cose che si dimenticano. Per questo faremo di tutto per tenerceli stretti e per organizzare, al meglio, la turnistica. Invito, quindi, gli interessati all’assunzione, a chiamarmi al 380.2431951” – conclude Caniglia.