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Covid, chiuso il numero 1500: 500 persone rimaste senza lavoro
Il numero telefonico 1500 era stato attivato il 27 gennaio 2020 per offrire consulenza telefonica e informazioni sul Covid-19
di Vera Monti Pubblicato il
Il numero di pubblica utilità 1500 istituito durante il periodo dell’emergenza sanitaria covid, è stato sospeso.
Dall’ 1ºgennaio 2023 i 523 operatori che ogni giorno rispondevano alle telefonate sono di fatto senza lavoro
Covid, chiuso il numero 1500
“A partire dal 1° gennaio 2023 il numero di pubblica utilità 1500 è stato temporaneamente sospeso”. Con questa breve nota, il Ministero della Salute ha annunciato la fine del servizio attivato il 27 gennaio 2020 per offrire consulenza telefonica e informazioni sul Covid-19, con particolare riferimento alle misure di prevenzione, alla campagna di vaccinazione, alla Certificazione verde Covid-19.
Il servizio fornito fino al 31 dicembre
Come ricorda la pagina dedicata al numero di pubblica utilità sul sito internet del Ministero della Salute “Nelle fasi più gravi della pandemia ha fornito un servizio di risposta ai cittadini 24 ore su 24, sette giorni su sette. Negli ultimi mesi è stato attivo dalle 8 alle 20, tutti i giorni. Hanno risposto operatori appositamente formati insieme a dirigenti sanitari”.
Inizialmente la scadenza del contratto tra il ministero della Salute e Almaviva Contact – alla quale era stato affidato il servizio – era stata fissata al 31 ottobre, poi prorogata al 31 dicembre.
Gli operatori senza lavoro
Dall’ 1ºgennaio 2023 i 523 operatori che ogni giorno rispondevano alle telefonate sono di fatto senza lavoro: gli incontri organizzati finora tra il ministero e i sindacati non hanno portato per ora alla soluzione del problema.
La dura reazione dei sindacati
Dura la reazione dei sindacati:
“Il ministero della Salute ha appena inviato comunicazione ad Almaviva ufficializzando la cessazione del servizio 1500 a partire dal 31 dicembre.
Nella lettera, di 3 righe, pare ci siano anche i ringraziamenti per il proficuo lavoro svolto dai lavoratori e gli auguri per un sereno 2023! Se non ci trovassimo innanzi una pec ufficiale di un Ministero, e davanti al dramma di 500 persone saranno collocate in cigs a zero ore senza alcuna prospettiva occupazionale, verrebbe il dubbio di trovarsi su “Scherzi a parte” – scrivono nel comunicato diffuso il 29 dicembre Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom – “Non più tardi di 20 giorni fa, il ministero della Salute, non solo aveva fornito ampie garanzie sulla prosecuzione del servizio, ma addirittura si era spinto a individuare soluzioni future strutturali! Oggi smentisce se stesso e butta in mezzo alla strada 500 famiglie” prosegue il comunicato.
Da quanto riporta Il Post, che si è occupato in modo approfondito della situazione deil lavoratori, l’11 gennaio è stato convocato un nuovo incontro, stavolta non al ministero della Salute, ma al ministero delle Imprese e del Made in Italy.