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Covid a Bergamo: «È il focolaio più grave». Quei giorni terribili e le discussioni tra Milano e Roma

di Armando Di Landro

L’escalation del contagio, la pi grave ecatombe d’Europa e forse del mondo occidentale durante la pandemia. La nota del Comitato tecnico scientifico al governo

Al di l dell’inchiesta della Procura di Bergamo che da mercoled coinvolge anche l’ex premier Giuseppe Conte e il governatore lombardo Attilio Fontana, ci sono fatti e numeri che raccontano in modo chiaro quanto fu devastante l’epidemia da Covid a Bergamo e in Val Seriana. E come fu gestita. Date che impressionano se messe in fila e confrontate con il Lodigiano, distante una cinquantina di chilometri, dove il paziente 1 fu intercettato il 20 febbraio 2020 e la zona rossa, in 11 Comuni, scatt il 22, solo due giorni dopo. A Nembro e Alzano, invece, non arriv mai. Sei giorni di rinvii, che non portarono ad alcuna misura specifica per la Bergamasca, come ha ricostruito un’inchiesta del Corriere della Sera.

La mail alla Regione

Il 28 febbraio il consulente dell’Iss Stefano Merler (ricostruiscono le carte dell’inchiesta) scrive in una mail alla Regione Lombardia che il focolaio di Bergamo sta per superare, quanto a gravit, quello lodigiano. I numeri preoccupano e, per di pi, Alzano ha anche un ospedale, dove i primi contagiati sono gi spuntati il 22 e il 23 febbraio e dove ci sono molti pazienti con sintomi della polmonite bilaterale interstiziale, pur senza tampone. L’ospedale era stato anche chiuso, dopo il primo tampone positivo. Ma riaperto dopo sole 3 ore. Francesco Zambonelli, di Villa di Serio, racconter, dopo poche settimane, la strage della sua famiglia: la madre morta dopo il ricovero ad Alzano, il padre deceduto pure lui, la zia che le faceva visita anche. E nessuno era stato tracciato, il sistema era in ritardo, chi aveva partecipato ai funerali si ritrovava contagiato, in terapia intensiva. Il 29 febbraio il bollettino quotidiano fa segnare un ulteriore balzo dei contagi a Nembro e Alzano e nei due Comuni i decessi sono ormai pi di cinque ogni giorno. Con picchi che arriveranno fino a 10 su base quotidiana.

Il confronto su una possibile chiusura in realt non decolla mai. Non ne sono convinti i sindaci dei due Comuni, dove la concentrazione di aziende note anche a livello internazionale alta. Regione e governo restano alla finestra, ancora in quei giorni Confindustria Bergamo lancia il video #Bergamoisrunning, messaggio ai nostri partner. Poi si scuser. La svolta sembra arrivare il 3 marzo, quando a intervenire il Comitato tecnico scientifico che presenta al governo una nota sui due paesi della Val Seriana: In merito il Comitato propone di adottare le opportune misure restrittive gi adottate nei Comuni della zona rossa al fine di limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue.

La riunione

Ma non arriva nessuna decisione, nonostante il 4 marzo, durante un incontro in Regione Lombardia, il ministro Roberto Speranza e il governatore Attilio Fontana vengano informati con chiarezza della situazione, come rivela un audio pubblicato dal Corriere nel 2020: Danilo Cereda, tecnico e matematico ingaggiato da Palazzo Lombardia, a spiegare che quello di Bergamo ormai il focolaio pi grave. Il governo chiede ulteriori chiarimenti, il Cts tenta di insistere. E la zona rossa sembra ormai una partita sbloccata quando da Roma partono i radiomessaggi per un concentramento di forze destinato alla Val Seriana, alle chiusure. Ma non sar cos, nella notte tra il 7 e l’8 marzo il premier Conte punter su un decreto pi generalizzato per la Lombardia e, in Italia, per universit, scuole, teatri, cinema.

La bozza e i numeri

Le indagini hanno consentito ai pm di Bergamo di acquisire migliaia di pagine di documentazione. Secondo alcuni atti Conte era stato informato della gravit della situazione a Nembro e Alzano gi il 2 marzo. E proprio in quei giorni Speranza aveva firmato una bozza di decreto per imporre la zona rossa. Senza avere grandi riscontri dal resto del governo. Ben presto non era mancata la polemica tra Regione ed esecutivo su chi avrebbe dovuto chiudere la Val Seriana. Responsabilit politiche? O anche penali? Lo dir l’inchiesta. I numeri, per, restano un fatto: in tutta la provincia di Bergamo 5 mila e 100 morti in pi a marzo, mille in pi ad aprile, contro medie mensili che solitamente si fermavano a 800.

1 marzo 2023 (modifica il 2 marzo 2023 | 00:39)

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