“Giusto in tempo per dare inizio alle imminenti semine nelle campagne italiane”
di Redazione – 21 Febbraio 2023 – 19:16
Per effetto del crollo del prezzo del gas, il costo dei concimi torna ai livelli pre-guerra, con una riduzione del 40% rispetto al 2022, salvando le imminenti semine nelle campagne italiane.
E’ quanto emerge dalla recente analisi della Coldiretti sugli effetti delle nuove quotazioni del gas scese al di sotto dei 48 euro al MWh (livello minimo da inizio dicembre 2021).
I concimi di sintesi (azotati, fosfatici o potassici), infatti, oltre che essere prodotti di importazione, sono anche ottenuti con procedimenti fortemente energivori.
Dopo tante notizie negative, quindi, finalmente giunge una boccata di ossigeno per le aziende agricole pronte a partire con le importanti operazioni colturali primaverili. Ad oggi, il prezzo dell’urea, il fertilizzante più utilizzato, oscilla tra 600 e 650 euro/tonnellata, in linea con i dati dell’autunno 2021 e ben distante da quota 1000 euro/ton raggiunta nei primi mesi del conflitto in Ucraina (secondo CAI – Consorzi Agrari d’Italia), mentre il nitrato ammonico è passato a 700 euro/tonnellata e i fosfatici si aggirano intorno alle 400 euro/tonnellata (calo del 25%). Più contenuti, invece, i cali sui prodotti a base di potassio che registrano una lieve oscillazione del -5%.
L’Italia importa il 70% circa di concimi minerali (azotati, fosfatici, potassio), con l’Egitto che da solo rappresenta poco meno del 50% delle importazioni, seguito da Algeria, Libia, Turchia, Marocco. Secondo il CAI, a differenza dello scorso anno, quando nel pieno degli interventi si registrò un deficit di fertilizzanti pari al 40% del fabbisogno nazionale, non sono previsti al momento particolari problemi di forniture.
“Le difficoltà economiche – ricorda il Presidente Coldiretti Asti Marco Reggio – avevano portato a ridurre l’acquisto di mezzi tecnici indispensabili per le coltivazioni, già duramente colpite dal clima anomalo, con cali fino al -30% proprio per l’uso dei concimi, il cui aumento è influenzato dal fatto che la produzione mondiale dipende fortemente dal costo del gas ed è concentrata in Russia e Bielorussia”.
“Si tratta di un’inversione di tendenza importante per i bilanci delle imprese agricole e per garantire la produttività delle coltivazioni, con la riduzione della dipendenza dall’estero a sostegno della sovranità alimentare del Paese” chiosa il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia.
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