chiara,-che-ha-convinto-il-liceo-a-votare-il-congedo-mestruale.-“vittoria-per-tutte-le-ragazze”

Chiara, che ha convinto il liceo a votare il congedo mestruale. “Vittoria per tutte le ragazze”

Per due giorni al mese potranno assentarsi se soffrono di dismenorrea. E sarà sufficiente un certificato medico presentato a inizio anno. Il congedo mestruale che sul lavoro in Italia ancora non è stato riconosciuto, entra a scuola. A fare da apripista è il liceo artistico Nervi-Severini di Ravenna. Meglio, sono le studentesse rappresentanti di Istituto ad aver spinto e vinto la loro battaglia.

“Io sono sempre stata molto male con il ciclo, non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto e quando sono stata eletta rappresentante ho pensato che potevo trovare una soluzione per tutte le ragazze che soffrono come me ad ogni mestruazione” racconta Chiara Pirazzini, 17 anni, una pagella da tutti 10 in terza liceo, ora al quarto anno e sogni da realizzare. Intanto si dice orgogliosa di questa piccola conquista portata avanti in una scuola diretta da un preside, Gianluca Dradi, molto attento ai bisogni degli studenti, ai loro diritti, in una parola, all’inclusione. Sua l’iniziativa del registro gender-free, che introduce le carriere alias, e sua la reazione alla scritta “il preside è gay” sul muro del liceo Oriani, che dirigeva 4 anni fa, che diventò lezione esemplare: non la cancellò definendola “pietra d’inciampo per l’intelligenza umana”.

La delibera che introduce il congedo mestruale è stata votata nel consiglio di istituto del 20 dicembre (10 favorevoli e tre contrari) e pubblicata in questi giorni nel portale del liceo. Inserisce tra le deroghe relative al numero di assenze che possono compromettere la validità dell’anno scolastico, che già comprendono la malattia, la “dismenorrea certificata” (sino a due giorni al mese) e concede di presentare un solo certificato del medico che la attesti. “È una piccola cosa – commenta il preside – ma il senso è sempre realizzare l’inclusione attraverso l’ascolto degli studenti, facendoli sentire compresi per i problemi che hanno, per quello che sono”. Per Gianluca Dradi “recependo una loro legittima richiesta si crea un percorso nel quale possono maturare le competenze di cittadinanza: imparano come risolvere un problema con gli strumenti della democrazia e dentro gli organi collegiali”.

Chiara Pirazzini prima ha studiato le normative in vigore in Europa – il congedo è disciplinato in Spagna – poi, con il gruppo dei rappresentanti, ha proposto un questionario anonimo sull’argomento. “Ci siamo resi conto che la proposta era fattibile, il preside e i genitori erano dalla nostra parte, ma dovevamo presentarla bene ai prof”. In un giorno sono arrivate 16 testimonianze: studentesse che hanno raccontato della nausea, dei mal di schiena, della difficoltà di concentrazione in classe nei giorni del ciclo. “I miei genitori non mi tengono a casa, ma io sto male”, “ho dolori e perdite talmente forti che rischio di svenire”.

E così è nata la delibera, destinata a fare discutere. Incalza Tullia Nargiso, della Rete degli studenti medi in Lazio: “Bene che si inizi a parlare di congedo mestruale negli istituti, un passo verso una scuola inclusiva. Ma non basta: servono assorbenti gratuiti nei bagni e sensibilizzazione nel combattere il tabù delle mestruazioni”. Perplesso Antonello Giannelli dell’Anp: “Mi sembra un’impostazione un po’ rigida”. Soffrono durante il ciclo mestruale dal 60 al 90% delle donne e questo causa tassi dal 13 al 51% di assenteismo a scuola. Dati riportati in una proposta di legge del Pd, che nel 2016 tentò di istituire il congedo mestruale. Per Luana Zanella di Alleanza Verdi e Sinistra “un atto dovuto alle ragazze che si trovano in condizioni di non poter essere in classe”.

Related Posts

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

− 6 = 3