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Catanzaro, ragazzo sequestrato e torturato per una relazione proibita

Lo hanno sequestrato, interrogato come se fossero soldati di una milizia, picchiato a sangue, minacciato di morte, evocando l’ombra dei clan. Motivo? Una supposta relazione con la ragazza di uno di loro.

Quattro persone sono state arrestate dalla squadra mobile di Catanzaro, su richiesta della procura antimafia diretta da Nicola Gratteri. Sarebbero stati loro, fra il 26 e il 27 ottobre scorso, a pestare selvaggiamente un conoscente, causandogli ferite tanto gravi da mettere a rischio la sua vita.

Per la banda non era uno sconosciuto. Anzi. I rapporti con lui erano datati. Per questo hanno deciso di punirlo quando hanno iniziato a sospettare che frequentasse la compagna di uno di loro. Il 26 ottobre si sono presentati sotto casa sua e gli hanno ordinato di scendere, poi lo hanno portato in un luogo appartato per farlo “confessare”. Pistola in faccia, botte.

Il giorno dopo “il trattamento” si è ripetuto. Ma il pestaggio è stato così violento che il ragazzo è finito in ospedale, dove solo grazie all’intervento dei medici non ha perso la vita. Nelle settimane successive, lui e i suoi familiari sono stati ripetutamente minacciati perché non aprissero bocca su quanto successo. Ma gli autori del pestaggio sono stati comunque individuati e per loro sono scattate le manette.

Tortura, lesioni personali aggravate, sequestro di persona, violenza privata, detenzione illegale di arma comune da sparo, rapina, reati tutti aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso, i reati contestati.

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